SECONDO COMMENTARIO
Gli inizi del Partito Comunista Cinese
Introduzione
Secondo ciò che dice il libro “Spiegazione dei Caratteri Semplici e Composti” (Shuowen Jiezi) scritto da Xu Shen (58-147 d.C.), il carattere cinese tradizionale “Dang” che sta a significare “partito” o “banda” è composto da due radici che significano rispettivamente “promuovere o patrocinare” e “scuro o nero”. Mettendo le due radici insieme il significato del carattere diviene “promuovere l’oscurità”. “Partito” o “membro del partito” (che può a sua volta essere interpretato come “banda” o “membro di una banda”) contiene un significato peggiorativo.
Confucio ha detto: «Un nobile è fiero ma non è aggressivo, è socievole ma non è schierato». Nelle note in calce alle “Raccolte” (Lunyu) si spiega che “quella gente che si aiuta l’un l’altra per nascondere i propri crimini si dice si raggruppi in una banda (partito)”.
Nella storia cinese le combriccole politiche venivano spesso chiamate “peng deng” (gruppi di persone che congiurano). È un sinonimo di “banda di furfanti” nella cultura tradizionale cinese e reca su di sé l’implicazione di unirsi in bande per favorire i propri interessi.
Perché il Partito Comunista è emerso nella Cina moderna fino a prendere il potere? Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha costantemente instillato nella mente dei cinesi il concetto che la storia ha scelto il PCC, che la gente ha scelto il PCC e che “senza il PCC la nuova Cina non esisterebbe”.
I Cinesi hanno scelto il Partito Comunista di propria iniziativa? Oppure il Partito Comunista ha imposto i sui interessi egoistici e i suoi punti di vista al popolo cinese? Dobbiamo trovare le risposte nella storia.
Dalla tarda Dinastia Qing ai primi anni della Repubblica (1911-1949), la Cina ha sperimentato delle tremende scosse dall’esterno e degli estesi tentativi di riforma dall’interno.
La Cina viveva un periodo di agitazioni dolorose. Molti intellettuali e molte persone con ideali elevati volevano salvare il Paese e la sua gente, ma nel mezzo della crisi nazionale e del caos, il loro senso di ansietà crebbe, da un iniziale disappunto a una completa disperazione. Come gente che cerca, nel corso di una malattia, un qualunque dottore disponibile, essi guardarono fuori dalla Cina in cerca di soluzioni. Quando le mode britanniche e francesi fallirono, si rivolsero al metodo russo. Con l’ansia di riuscirci, non esitarono a prescrivere il rimedio più estremo per la malattia, nella speranza che la Cina potesse velocemente diventare forte.
Il Movimento del 4 Maggio 1919 fu un profondo riflesso di quella disperazione. Della gente invocava l’anarchia, altri proposero di rovesciare le dottrine di Confucio e altri ancora suggerirono di importare la cultura straniera. In breve rigettarono la dottrina tradizionale cinese e si opposero alla dottrina confuciana della “via di mezzo”. Desiderosi di prendere una scorciatoia invocarono la distruzione di tutto ciò che fosse tradizione.
Da una parte i membri radicali tra loro non avevano un modo per servire il Paese e dall’altra essi credevano fermamente nei loro ideali. Sentivano che il mondo era senza speranza, pensavano che solo loro avevano trovato il corretto approccio per il futuro sviluppo della Cina. Avevano una passione per la rivoluzione e la violenza.
Esperienze diverse portarono, all’interno di vari gruppi, a teorie, principi e sentieri diversi. Alla fine un gruppo di persone si incontrò con i rappresentanti del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. L’idea di “usare una rivoluzione violenta per conquistare il potere politico” estratta dalle teorie del Marxismo-Leninismo, attraeva le loro menti ansiose e si conformava al loro desiderio di salvare il Paese e la sua gente. Per cui essi introdussero il comunismo, un concetto completamente alieno, in Cina. Tutti insieme erano 13 i rappresentanti che parteciparono al primo congresso del PCC. Poi alcuni di loro morirono, alcuni fuggirono, alcuni lavorarono per le forze di occupazione giapponesi e divennero traditori, e altri lasciarono il PCC per unirsi al Kuomintang (il Partito Nazionalista da qui in poi chiamato KMT). Arrivati al 1949, quando il PCC prese il potere, dei 13 membri originali del partito erano rimasti solo Mao Zedong (sillabato anche Mao Tse Tung) e Dong Biwu. Non è chiaro se i fondatori del PCC erano allora consapevoli che la “divinità” che avevano introdotto dall’Unione Sovietica era in realtà uno spettro malvagio e che il rimedio che trovarono per rafforzare la nazione era in realtà un veleno mortale.
Il Partito Comunista di Tutti i Russi (Bolscevico) – più tardi conosciuto come il Partito Comunista dell’Unione Sovietica –, avendo appena vinto la sua rivoluzione, era ossessionato dalla sua ambizione per la Cina. Nel 1920, l’Unione Sovietica stabilì in Siberia l’Ufficio per l’Estremo Oriente, una branca della Terza Internazionale Comunista o Comintern. Aveva la responsabilità di favorire la creazione di un partito comunista in Cina e negli altri Paesi. Poco dopo la sua fondazione, il vicedirettore dell’ufficio Grigori Voitinsky arrivò a Pechino e contattò il comunista d'avanguardia Li Dazhao. Li fece in modo di fare incontrare Voitinsky con l’altro capo comunista Chen Duxiu a Shanghai. Nell’agosto 1920 Voitinsky, Chen Duxiu, Li Hanjun, Shen Xuanlu, Yu Xiusong, Shi Cuntong e altri cominciarono a preparare la fondazione del PCC.
Nel giugno del 1921, Zhang Tailei arrivò a Irkutsk in Siberia dove sottopose una proposta all’Ufficio per l’Estremo Oriente in cui proponeva di fondare il PCC come un ramo del Comintern. Il 23 Luglio 1921, il PCC venne ufficialmente fondato, con l’aiuto di Nikolsky e Maring dell’Ufficio per l’Estremo Oriente.
Il Movimento Comunista venne introdotto in Cina come esperimento e da lì in poi, il PCC si è messo al di sopra di tutto, conquistando tutto al suo passaggio, portando così alla Cina un’infinita serie di catastrofi.
1. Il PCC cresce accumulando costantemente ogni genere di nefandezze
Non è un compito facile introdurre uno spettro alieno come il Partito Comunista, totalmente incompatibile con la tradizione cinese, in un Paese con una storia di 5.000 anni di civiltà. Per tutta la storia del PCC, dalla sua fondazione fino al raggiungimento e poi al mantenimento del potere, il suo grado di malvagità è costantemente aumentato. In questo sviluppo, il PCC ha utilizzato i nove tratti caratteristici che lo spettro comunista aveva portato con sé: malvagità, falsità, istigazione, scatenare della feccia della società, spionaggio, rapine, scontri, eliminazioni e controllo. In risposta alle continue crisi, il PCC ha ulteriormente consolidato e rafforzato i sistemi di utilizzo e il raggio di azione di queste caratteristiche maligne.
Primo tratto ereditato: Malvagità - mettere in atto la forma malvagia del marxismo-leninismo
Il Marxismo inizialmente attrasse i comunisti cinesi con la sua dichiarazione di «usare una rivoluzione violenta per distruggere il vecchio apparato dello Stato e per stabilire una dittatura del proletariato». Questa è precisamente la radice del male nel Marxismo e nel Leninismo.
Il materialismo marxista viene predicato giocando sui concetti limitati di “forze di produzione”, “rapporti di produzione” e di “plus-valore”. Marx fece una miope previsione che il capitalismo sarebbe morto e che il proletariato avrebbe vinto, che ora si è dimostrata sbagliata. La rivoluzione violenta marxista-leninista e la dittatura del proletariato promuovevano una politica di potenza e il dominio da parte del proletariato. Il Manifesto del Partito Comunista univa le basi storiche e filosofiche del Partito Comunista al conflitto e alla lotta di classe. Il proletariato si sbarazzò della morale tradizionale e delle relazioni sociali per la sete di prendere il potere. Già dalla sua prima apparizione, la dottrina comunista andava contro tutte le tradizioni.
La natura umana rifiuta universalmente la violenza. La violenza rende la gente spietata e tirannica. Quindi in tutti i luoghi e in tutti i tempi l’umanità ha fondamentalmente rifiutato le premesse della teoria della violenza del Partito Comunista, una teoria che non ha precedenti in qualunque forma di pensiero precedente o di filosofia o tradizione. Il sistema di terrore comunista cadde sulla terra come un fulmine a ciel sereno.
L’ideologia del PCC è costruita sulla premessa che gli esseri umani possono conquistare la natura e trasformare il mondo. Il Partito Comunista ha attratto a sé molti intellettuali con gli ideali “dell’emancipazione di tutto il genere umano” e della “unità mondiale”. Il PCC ha ingannato molta gente, soprattutto coloro che si preoccupavano della condizione umana ed erano desiderosi di dare il loro contributo alla società. Dopodiché costoro si dimenticarono che sopra c’è un cielo. Ispirati dal meraviglioso ma ingannevole “costruiamo il paradiso in terra”, essi disprezzarono le tradizioni e si misero a osservare le vite degli altri, ed entrambe le cose li degradarono. Fecero tutto ciò nel tentativo di fornire al PCC un servizio di valore e di meritarsi onore.
Il Partito Comunista propose la fantasia di un “Paradiso Comunista” come la verità ed eccitò l’entusiasmo della gente di combattere per raggiungerlo: “Perché la ragione genera nuove creazioni”, “Questo è un mondo migliore che nasce”[1]. Servendosi di questa idea tanto assoluta quanto incredibile il PCC recise i collegamenti fra l’umanità e il cielo, e recise la linea vitale che collega i Cinesi ai propri antenati e alle tradizioni nazionali. Chiedendo alla gente di dare la propria vita per il Comunismo, il PCC ha rafforzato la sua capacità di fare del male.
Secondo tratto ereditato: Falsità - mentire al fine di confondere il bene e il male
Il male deve mentire. Per avvantaggiarsi sulla classe lavoratrice, il PCC le ha conferito i titoli di “la classe più avanzata”, “la classe altruista”, “la classe guida” e “i pionieri della rivoluzione proletaria”. Quando il Partito Comunista ebbe bisogno dei contadini promise “terra agli agricoltori”. Mao applaudiva i contadini dicendo: “Senza i contadini poveri non ci sarebbe stata la rivoluzione”[2]. Quando il Partito Comunista ebbe bisogno della classe capitalista li chiamò “i compagni di viaggio della rivoluzione proletaria” e promise loro “una repubblica di tipo democratico”. Quando il Partito Comunista venne quasi sterminato dal KMT gridò forte “i Cinesi non combattono i Cinesi”. Che cosa accadde allora? Appena la guerra contro il Giappone si concluse, il PCC rivolse tutte le sue forze contro il KMT e rovesciò il suo governo. Similmente il PCC eliminò la classe capitalistica poco dopo aver assunto il controllo della Cina e alla fine trasformò i contadini e gli operai in un proletariato senza alcuna risorsa economica.
La nozione di un fronte unito è un tipico esempio delle menzogne che il PCC racconta. Al fine di vincere la guerra civile contro il KMT, il PCC si allontanò dalle sue solite tattiche, adottando una “politica di unità temporanea” con i suoi nemici di classe, inclusi i proprietari terrieri e i ricchi agricoltori. Il 20 luglio 1947 Mao Zedong annunciò che “ad eccezione di pochi elementi reazionari, dobbiamo adottare un atteggiamento più tollerante nei confronti della classe dei proprietari terrieri… al fine di ridurre il numero degli elementi ostili”. Dopo che il PCC raggiunse il potere, i proprietari terrieri e gli agricoltori ricchi non sfuggirono al genocidio.
Dire una cosa e farne un’altra è normale per il Partito Comunista. Quando il PCC ebbe bisogno di usare il KMT argomentò che le due parti dovevano “ricercare una coesistenza a lungo termine, esercitare un mutuo controllo, essere sincere l’una con l’altra e condividere onori e disgrazie”. Dopo aver preso il potere nel 1949, tuttavia, il PCC eliminò chiunque si alzasse a parlare a favore della democrazia, etichettandoli come “revisionisti di destra anti-Partito”. Chiunque fosse in disaccordo o rifiutasse di conformarsi ai concetti, alle parole, agli atti o all’organizzazione del Partito venne eliminato.
Marx, Lenin e i capi del PCC hanno tutti detto che il potere politico del Partito Comunista non doveva essere condiviso con nessun altro individuo o gruppo. Fin dagli inizi, il Comunismo portava dentro di sé il gene della dittatura. Il PCC è dispotico e solitario. Il PCC non è mai coesistito con nessun altro partito politico o gruppo in modo sincero, né quando cercava di ottenere il potere, né quando ha ottenuto il controllo. Anche durante il cosiddetto periodo “rilassato”, la coesistenza del PCC con altri è stata al massimo la messa in scena di una coreografia.
La storia ci insegna a non credere alle promesse del PCC, e a non pensare che il PCC presterà mai fede agli impegni presi. Credere alle parole del Partito Comunista – non importa di quale questione si tratti – può facilmente costare la vita.
Terzo tratto ereditato: Istigazione - fomentare l’odio e istigare lo scontro fra le masse
Le menzogne spesso servono ad istigare l’odio. Le dispute si basano sull’odio. Quando l’odio non esiste, può essere creato ad arte.
Il sistema patriarcale profondamente radicato, basato sui clan nelle zone rurali della Cina, diventava una barriera molto forte contro la presa del potere da parte del Partito Comunista. La società rurale era inizialmente armoniosa, e la relazione fra i proprietari terrieri e gli affittuari non era del tutto conflittuale. I proprietari terrieri amministravano le terre e le affittavano ai contadini, che poi le utilizzavano per sopravvivere. In altre parole, i proprietari terrieri offrivano ai contadini i mezzi per sopravvivere, in cambio i contadini sostenevano i proprietari terrieri.
Questa relazione, in qualche modo, di mutua dipendenza, venne piegata dal PCC in direzione di un antagonismo estremo e di uno sfruttamento di classe. L’armonia venne trasformata in ostilità, odio e lotta. La ragionevolezza divenne irragionevolezza, l’ordine diventò caos, e il senso repubblicano divenne dispotismo. Il Partito Comunista incoraggiò la negazione della proprietà privata, l’omicidio per profitto e il massacro dei proprietari terrieri, dei contadini ricchi e delle loro famiglie. Molti contadini non erano disposti a prendersi le proprietà altrui. Alcuni restituivano la notte ciò che si erano presi dai proprietari terrieri di giorno, ma venivano criticati dalle unità di lavoro del PCC nelle regioni rurali per aver “una bassa coscienza di classe”.
Per incitare all’odio di classe le opere teatrali cinesi vennero ridotte a uno strumento di propaganda. Una storia ben conosciuta di oppressione di classe, la Ragazza dai Capelli Bianchi, originariamente parlava di una femmina immortale e non aveva nulla a che fare con i conflitti di classe. Sotto la penna degli scrittori dell’esercito, tuttavia, venne trasformata in un’opera drammatica “moderna”, in un’opera e in un balletto usato per istigare l’odio di classe.
Istigare le masse a lottare gli uni contro gli altri è un altro trucco classico del PCC. Il PCC creò la formula dell’assegnazione di classe del 95:5, dove il 95 per cento della popolazione veniva assegnata a varie classi con le quali era possibile vincere, mentre il restante 5 per cento veniva designato come nemico di classe. La gente che stava dentro il 95 per cento era al sicuro, ma quelli entro il 5 per cento subivano la “lotta”.
Per paura e per proteggersi la gente cercava in tutti i modi di essere inclusa nel 95 per cento. A causa di ciò molta gente creava danni ad altri aggiungendo persino gli insulti al danno. Il PCC ha perfezionato questa tecnica in molti suoi movimenti politici, tramite l’uso dell’istigazione.
Quarto tratto ereditato: Scatenare la feccia della società - malviventi e feccia della società compongono i ranghi del PCC
Scatenare la feccia della società genera il male e il male deve utilizzare la feccia della società. Le rivoluzioni comuniste si sono spesso servite della ribellione di malavitosi e della feccia della società. Durante la “Comune di Parigi” ad esempio ci sono stati omicidi, roghi e violenze guidate dalla feccia della società. Persino Marx non guardava troppo favorevolmente il “proletariato diseredato”[3]. Nel Manifesto del Partito Comunista Marx dice: “La ‘classe pericolosa’, la feccia della società, quelle masse che passivamente imputridiscono, che se ne escono dagli strati più bassi della vecchia società, possono, in qualche caso sporadico, essere coinvolte nel movimento da una rivoluzione proletaria; le loro condizioni di vita, comunque, le predispongono molto di più alla parte di strumenti da comprare per un intrigo reazionario”.
I contadini, d’altro canto, venivano considerati da Marx e Engels impossibili da qualificare come una qualsiasi classe sociale a causa della loro cosiddetta frammentazione e ignoranza.
Il PCC sviluppò ulteriormente il lato oscuro della teoria di Marx. Mao Zedong disse: “La feccia della società e i malavitosi sono sempre stati disprezzati dalla società, ma in realtà sono i più coraggiosi, i più determinati e i più solidi per la rivoluzione nelle aree rurali”[4]. Il proletariato diseredato intensificò la natura violenta del PCC. La parola “rivoluzione” in Cinese letteralmente significa “prendere delle vite”, la qual cosa sembra orribile e disastrosa a tutte le brave persone. Tuttavia, il Partito fece in modo di infondere nel termine “rivoluzione” un significato positivo. Similmente, in un dibattito sull’espressione “proletariato diseredato” durante la Rivoluzione Culturale, il PCC sentì che “diseredato” non suonava bene e così lo sostituì semplicemente con il termine “proletariato” e basta.
Un altro comportamento della feccia della società è agire come dei farabutti. Quando criticati per i metodi dittatoriali i funzionari del Partito rivelano la loro tendenza all’arroganza e senza vergogna pronunciano frasi di questo tipo: “Hai ragione, è esattamente ciò che stiamo facendo. L’esperienza cinese accumulata negli ultimi decenni ci chiede di esercitare questo potere di dittatura democratica. Noi la chiamiamo ‘dittatura democratica del popolo’”.
Quinto tratto ereditato: Spionaggio - infiltrarsi, ingannare, tradire
Oltre agli imbrogli, all’incitare alla violenza e all’impiegare la feccia della società, è stata usata anche la tecnica dello spionaggio e del seminare il dissenso. Il PCC era molto abile ad infiltrarsi. Alcuni decenni fa, i tre agenti segreti massimi e di maggior successo del PCC, Qian Zhuangfei, Li Kenong e Hu Beifeng lavoravano per Chen Geng, il direttore del Dipartimento n. 2 dei Servizi Segreti del Comitato Centrale del PCC.
Quando Qian Zhuangfei lavorava come segretario confidenziale e subordinato di fiducia di Xu Enzeng, il direttore dell’Ufficio Investigativo del KMT, egli usò la carta intestata del Dipartimento Organizzativo del KMT per scrivere due lettere, che contenevano le informazioni segrete del primo e del secondo piano strategico per circondare con le truppe del KMT la Provincia dello Jiangxi, che fece consegnare personalmente a Zhou Enlai (sillabato anche Chou En-Lai)[5] da Li Kenong. Nell’aprile 1930 veniva stabilita nel Nord-Est della Cina un’organizzazione speciale di agenti doppiogiochisti fondata dal Dipartimento di Investigazione Centrale del KMT. In apparenza apparteneva al KMT ed era diretta da Qian Zhuangfei, ma dietro le quinte era controllata dal PCC e guidata da Chen Geng.
Li Kenong si unì al Quartier Generale delle Forze Armate del KMT come crittografo. Li era quello che decodificò il messaggio urgente relativo all’arresto e alla rivolta di Gu Shunzhang [6], un Direttore dell’Ufficio di Sicurezza del PCC. Qian Zhuangfei inviò immediatamente il messaggio decodificato a Zhou Enlai riuscendo così ad evitare che l’intero gruppo di spie venisse preso nella rete.
Yang Dengying era un rappresentante speciale filo-comunista dell’Ufficio Centrale di Investigazione del KMT situato a Shanghai. Il PCC gli ordinò di arrestare e giustiziare quei membri del Partito che il PCC considerava non affidabili.
Un funzionario superiore della Provincia di Henan una volta offese un quadro del Partito e la sua stessa gente manovrò le cose in modo che venisse rinchiuso per parecchi anni nelle prigioni del KMT.
Durante la Guerra di Liberazione [8] il PCC fece in modo di piazzare un agente segreto con cui Chiang Kai-shek (chiamato anche Jiang Jieshi) [8] aveva una grande confidenza. Liu Pei, Luogotenente Generale e Vice-Ministro del Dipartimento della Difesa aveva il compito di inviare i dispacci all’esercito del KMT. Liu era in realtà un agente segreto del PCC. Prima ancora che il KMT venisse a conoscenza del nuovo dislocamento, l’informazione riguardante il nuovo posizionamento dell’armata aveva già raggiunto il quartier generale del PCC a Yan’an. Il Partito Comunista formulò così i piani di difesa in base alle informazioni ricevute. Xiong Xianghui, segretario e subordinato di fiducia di Hu Zongnan [9], rivelò i piani di invasione di Hu a Zhou Enlai. Quando Hu Zongnan e le sue forze raggiunsero Yan’an il luogo era deserto. Zhou Enlai una volta disse: “Il comandante Mao già conosceva gli ordini inviati da Chiang Kai-Shek al suo esercito ancora prima che arrivassero ai suoi generali”.
Sesto tratto ereditato: Rapine - saccheggi con l’inganno o la violenza diventano un “nuovo ordine”
Quando il PCC radunò l’Armata Rossa per imporre il suo dominio attraverso la forza militare, aveva bisogno di soldi e di munizioni, di cibo e vestiario. Il PCC ricorse alla “raccolta fondi” principalmente attraverso la soppressione dei tiranni locali e le rapine in banca, comportandosi come dei banditi.
Presto queste missioni per “raccogliere fondi” divennero uno dei compiti principali dell’Armata Rossa. Per esempio, in una missione condotta da Li Xiannian, uno dei capi più importanti del PCC, l’Armata Rossa rapì le più importanti famiglie del consiglio della contea nella provincia ovest di Hubei. Non rapirono solo una persona, ma una per ogni famiglia benestante del clan. I rapiti venivano mantenuti in vita come ostaggi da restituire alle famiglie in cambio di un continuo supporto finanziario all’armata. Gli ostaggi vennero rimandati a casa solo quando i bisogni dell’Armata Rossa erano stati soddisfatti o quando le famiglie dei rapiti erano state completamente prosciugate delle loro risorse. Molti erano in punto di morte, altri erano stati così terrorizzati che morirono prima ancora di ritornare alle loro case.
Con il “colpire pesantemente i tiranni locali e la confisca delle loro terre”, il PCC estese i trucchi e la violenza dei suoi saccheggi all’intera società, sostituendo la tradizione con il “nuovo ordine”. Il Partito Comunista ha commesso ogni genere di azioni perverse, piccole o grandi che siano, mentre non ha fatto nulla di positivo. Ha offerto piccoli favori a chiunque affinché denunciassero altri. Come risultato, la virtù e la benevolenza sono sparite completamente e sono state sostituite dalla conflittualità e dagli omicidi. L' “utopia comunista” è in realtà un eufemismo che sta per “saccheggio violento”.
Settimo tratto ereditato: Lottare - distruggere il sistema nazionale, le classi e gli ordinamenti tradizionali
Mentire, istigare, scatenare la feccia della società e spiare hanno come unico scopo i saccheggi e le lotte. La filosofia comunista promuove la lotta. La Rivoluzione Comunista non è stata assolutamente un picchiare, spaccare tutto e derubare in un qualche modo disorganizzato. Il Partito diceva: “I principali obbiettivi degli attacchi dei contadini sono i tiranni locali, i benestanti malvagi ed i proprietari terrieri arroganti, ma nel fare questo essi devono colpire qualunque forma di idea o istituzione patriarcale, andare contro i funzionari corrotti delle città e contro le cattive pratiche ed i cattivi costumi delle zone rurali.”[4] Fu lanciato un tentativo organizzato di distruggere l’intero sistema tradizionale e la globalità dei costumi delle zone rurali.
Lottare per i comunisti include anche le forze armate e le lotte armate. “La rivoluzione non è un invito a cena, o scrivere un saggio, dipingere un quadro, o fare il ricamo; non si può essere così raffinati, così tranquilli e gentili, così ammodo, così gentili e cortesi, compunti e magnanimi. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza da parte di una classe che ne vuole rovesciare un’altra”[4].
Qualche decina d’anni più tardi, il PCC usò la stessa caratteristica del lottare per “educare” la generazione successiva durante la Grande Rivoluzione Culturale.
Ottavo tratto ereditato: Eliminazione - stabilire un’ideologia completa di genocidio
Il comunismo ha fatto molte cose di una crudeltà assoluta. Il PCC promise agli intellettuali un “paradiso in terra”. Più tardi li etichettò come “reazionari” e li collocò nell’infame nona categoria [10] di perseguitati, insieme ai proprietari terrieri e alle spie. Privò i capitalisti delle loro proprietà, sterminò l’agiata classe dei proprietari terrieri, distrusse i ranghi e l’ordine nelle campagne, tolse autorità ai rappresentanti locali, rapì i più ricchi per estorcere loro denaro, sottopose a lavaggio del cervello i prigionieri di guerra, “riformò” industriali e capitalisti, si infiltrò nel KMT e lo disintegrò, si separò dall’Internazionale comunista e la tradì, eliminò tutti i dissidenti attraverso movimenti politici successivi, dopo che raggiunse il potere nel 1949 e minacciò i propri membri con la coercizione.
Gli accadimenti di cui sopra si basavano tutti sulla sistematica teoria del genocidio al suo primo stadio, come un composito delle sue teorie sulle classi, rivoluzione, lotta, violenza, dittatura, movimenti e partiti politici. Comprendeva tutte le esperienze che aveva abbracciato e accumulato attraverso le sue varie pratiche di genocidio.
L’espressione essenziale del genocidio praticato dal PCC è lo sterminio delle coscienze e del pensiero indipendente. In questo modo un “regno del terrore” serve gli interessi fondamentali del PCC. Il PCC non solo vi eliminerà se voi siete contro di lui, ma potrà distruggervi anche se voi siete a favore. Eliminerà chiunque consideri debba essere eliminato. Di conseguenza, ognuno vive nell’ombra del terrore e teme il PCC.
Nono tratto ereditato: Controllo - l’uso dei principi del Partito per controllare l’intero Partito e susseguentemente il resto della società
Tutte le caratteristiche ereditate mirano a raggiungere un singolo obbiettivo: il controllo della popolazione attraverso l’uso del terrore. Attraverso le sue azioni malvagie, il PCC ha provato ad essere il nemico naturale di tutte le forze sociali esistenti. Fin dalla sua fondazione, il PCC si è aperto la strada passando da una crisi all’altra e fra tutte queste crisi quella per la sua sopravvivenza è stata la più critica. Il PCC esiste in uno stato di perpetua paura per la propria sopravvivenza. Il suo unico scopo è stato quello di mantenere la sua esistenza e il suo potere – il beneficio massimo per se stesso. Per sostenere il suo potere declinante il PCC si è imposto di aggiornare regolarmente i suoi elementi superficiali. Il bene del Partito non è quello dei suoi singoli membri o di qualunque individuo. Piuttosto è il bene del Partito come entità collettiva, nel suo insieme. L’identità collettiva del Partito sorpassa qualunque senso di individualità.
I “principi del Partito” sono stati le caratteristiche più brutali di questo spettro malvagio. I principi del Partito sovrastano la natura umana in modo così totale che i cinesi non sono più liberi di parlare o di agire. Per esempio Zhou Enlai e Sun Bingwen una volta erano compagni. Dopo la morte di Sun Bingwen, Zhou Enlai prese sua figlia Sun Weishi in adozione. Durante la Rivoluzione Culturale Sun Weishi venne castigata. Più tardi morì sotto custodia a causa di un lungo chiodo conficcato nella sua testa. Il suo ordine di arresto venne firmato dal suo padre adottivo Zhou Enlai.
Uno dei primi capi del PCC fu Ren Bishi che era responsabile delle vendite di oppio durante la Guerra Anti-Giapponese. L’oppio era a quei tempi un simbolo dell’oppressione straniera, perché gli inglesi usavano le importazioni di oppio in Cina per prosciugare l’economia cinese e trasformare i cinesi in drogati. Nonostante il forte sentimento nazionale contro l’oppio, Ren osò piantare l’oppio in vaste zone, rischiando la condanna universale. A causa della delicata e illegale natura del commercio dell’oppio, il PCC usava la parola “sapone” come codice al posto di oppio. Il PCC usava le entrate dall’illecito traffico di droga con le nazioni confinanti per finanziare la sua esistenza. Nel Centenario della Nascita di Ren, uno dei capi cinesi della nuova generazione lodò grandemente i principi del Partito di Ren, affermando che “Ren possedeva una natura superiore ed era un membro modello del Partito. Lui aveva anche una solida fede nel comunismo ed una fedeltà illimitata alla causa del Partito”.
Un altro esempio dei principi del Partito era Zhang Side. Il Partito disse che era morto a causa di un improvviso crollo di una fornace, ma altri dichiararono che era morto mentre stava cuocendo l’oppio. Poiché era una persona tranquilla, avendo servito nella Divisione Centrale della Guardia e non avendo mai chiesto una promozione, si disse che “la sua morte pesa di più di quella di Taishan” [11], volendo intendere che la sua vita andava considerata della massima importanza.
Lei Feng era a sua volta conosciuto come la “vite che non arrugginisce mai, dentro la macchina della rivoluzione”. Per un lungo periodo di tempo sia Lei che Zhang venivano usati come modelli per educare i cinesi alla lealtà nei confronti del Partito. Molti eroi del Partito venivano usati per modellare “la ferrea volontà e i principi dello spirito del Partito”.
Dopo aver raggiunto il potere, il PCC lanciò una campagna aggressiva di controllo delle menti per forgiare molti nuovi “strumenti” e “viti” dalle nuove generazioni. Il Partito diede forma a una serie di “pensieri appropriati” e a una gamma di comportamenti stereotipati. Questi protocolli inizialmente venivano utilizzati dentro il Partito, ma presto si estesero all’intera platea. Rivestiti nel nome della nazione, questi pensieri e queste azioni ebbero l’effetto di agire da lavaggio del cervello per spingere la gente a obbedire al male del PCC.
2. La fondazione disonorevole del PCC
Il PCC avanza la pretesa di una storia brillante, fatta di vittorie dopo vittorie. Questo è semplicemente un tentativo di impreziosire e glorificare l’immagine del PCC agli occhi della gente. In realtà i fatti dimostrano che il PCC non ha proprio nessuna gloria di cui vantarsi. Solo utilizzando i nove tratti malvagi ereditati ha potuto prendere il potere e mantenerlo.
Fondazione del PCC: allevato al seno dell’Unione Sovietica
“Con la notizia del primo colpo di cannone della Rivoluzione d’Ottobre, giunsero a noi il Marxismo e il Leninismo”. Così è come il Partito si dipingeva alla gente. Tuttavia, all’inizio, quando il Partito fu fondato, era solo la succursale asiatica dell’Unione Sovietica. Fin dall’inizio, fu un partito traditore.
Durante il periodo di fondazione del Partito, non avevano soldi, nessuna ideologia, né alcuna esperienza. Non avevano alcuna base su cui sostenere se stessi. Il PCC si unì al Comintern per unire il suo destino a quello della violenta rivoluzione in corso. La rivoluzione violenta del PCC era soltanto una derivazione della rivoluzione di Marx e Lenin. Il Comintern era il quartier generale globale per l’abbattimento dei poteri politici di tutto il mondo e il PCC era semplicemente un braccio orientale del comunismo sovietico, che esportava l’imperialismo dell’Armata Rossa russa.
Il PCC condivise l’esperienza del Partito Comunista dell’Unione Sovietica di una conquista politica violenta e della dittatura del proletariato e seguì le istruzioni del partito sovietico riguardo la linea politica, quella intellettuale e quella organizzativa. Il PCC copiò i segreti e i metodi nascosti tramite i quali un'organizzazione esterna e illegale poté sopravvivere, adottando misure di controllo e di sorveglianza estreme. L’Unione Sovietica fu la spina dorsale e il padrino del PCC.
Fu il Comintern a formulare la costituzione del PCC stabilita alla prima conferenza del PCC. Le basi fondamentali furono i manifesti di Marx e Lenin e l’ideologia di classe presa dai principi del Partito Sovietico. L’anima del PCC consiste di ideologia importata dall’Unione Sovietica. Chen Duxiu, uno dei principali dirigenti del PCC, aveva delle opinioni differenti da quelle di Maring, rappresentante internazionale del Comitato dei Comunisti. Maring scrisse una memoria a Chen affermando che se Chen era un vero membro del Partito Comunista doveva seguire gli ordini del Comintern. Anche se Chen Duxiu era uno dei padri fondatori del PCC non poté far altro che ascoltare ed obbedire agli ordini. In verità, lui e il suo Partito non erano che dei semplici subordinati dell’Unione Sovietica.
Durante la terza conferenza del PCC, nel 1923, Chen Duxiu riconobbe pubblicamente che il Partito era finanziato quasi esclusivamente con i contributi provenienti dal Comintern Sovietico. In un anno il comitato contribuì a favore del PCC con più di 200.000 yuan, con risultati insoddisfacenti. Il Comintern accusò il PCC di non sforzarsi in modo sufficientemente diligente.
In base a documenti declassificati il PCC ricevette, dall’Ottobre 1921 al Giugno 1922, 16.655 yuan cinesi. Nel 1924 ricevette 1.500 dollari americani e 31.927 yuan, e nel 1927 ricevette 187.674 yuan. Il contributo mensile del Comintern ammontava ad una media di circa 20.000 yuan. Le tattiche usate comunemente oggi dal PCC, come esercitare pressioni, entrare dalla porta di servizio, corruzione e minacce, erano già utilizzate allora. Il Comintern accusò il PCC di esercitare continue pressioni per raccogliere fondi:
“Essi si avvantaggiano delle diverse fonti di finanziamento (l’Ufficio Internazionale delle Comunicazioni, i rappresentanti del Comintern e le organizzazioni militari, etc.) per ottenere i loro fondi, dato che una organizzazione non sa che l’altra organizzazione ha già disperso i suoi fondi. … La cosa divertente è che non solo comprendono la psicologia dei nostri compagni sovietici; ancora più importante, essi sanno come trattare in modo diverso i vari compagni incaricati di fornire i fondi. Una volta che sanno che non potranno ottenerli con mezzi normali, rinviano gli incontri. Alla fine usano i mezzi più biechi di ricatto, come far circolare voci che alcuni ufficiali di basso livello hanno conflitti con i Soviet e che i soldi vengono dati ai signori della guerra invece che al PCC”.
La prima alleanza fra KMT e PCC: un parassita s’infiltra nel nucleo e sabota la Spedizione del Nord [12]
Il PCC ha sempre insegnato alla sua gente che Chiang Kai-Shek tradì il Movimento Rivoluzionario Nazionale [13], forzando il PCC a sollevarsi in armi.
In realtà il PCC si comportò come un parassita. Cooperò con il KMT (Kuomintang, il partito nazionalista) nella prima alleanza KMT-PCC allo scopo di allargare la sua influenza sfruttando la Rivoluzione Nazionale. Ancor di più, il PCC desiderava ardentemente lanciare la rivoluzione sostenuta dall’Unione Sovietica e conquistare il potere, ed il suo desiderio di potenza di fatto distrusse e tradì il Movimento Rivoluzionario Nazionale.
Alla seconda conferenza nazionale dei rappresentanti del PCC tenuta nel luglio del 1922, coloro che si opponevano all’alleanza con il KMT dominarono la conferenza, poiché i delegati della conferenza stessa erano ansiosi di prendere il potere. Tuttavia il Comintern, che di fatto controllava gli eventi dietro le quinte, pose il veto alla risoluzione raggiunta e ordinò al PCC di unirsi al KMT.
Durante la prima alleanza KMT-PCC, il PCC tenne a Shanghai, nel gennaio 1925, la quarta conferenza nazionale dei rappresentanti. A quei tempi il PCC aveva solo 994 iscritti, ma il Partito sollevò la questione della leadership in Cina prima che Sun Yat-sen [14] morisse il 12 marzo 1925. Se Sun-Yat-Sen non fosse morto, sarebbe stato lui, al posto di Chiang Kai-Shek, il bersaglio a cui avrebbe mirato il PCC nella sua ricerca del potere.
Con il sostegno dell’Unione Sovietica il PCC prese il potere politico dentro il KMT durante l’alleanza di quest’ultimo con il PCC stesso. Tang Pingshan divenne ministro del Dipartimento Centrale del Personale del KMT. A Feng Jupo, segretario del Ministero del Lavoro, vennero concessi i pieni poteri per trattare di tutte le questioni concernenti il lavoro. Mao Zedong assunse la posizione di ministro del Ministero di Propaganda del KMT. Le scuole militari e la guida dell’esercito erano sempre state nel mirino del PCC: Zhou Enlai mantenne la posizione di direttore del Dipartimento Politico dell’Accademia Militare di Huangpu (Whampoa). E Zhang Shenfu fu il suo direttore associato. Zhou Enlai fu anche a capo della Sezione dell’Avvocatura Giudicante ed inserì dei consiglieri militari russi un po’ ovunque. Molti comunisti ebbero il ruolo di istruttori politici nelle scuole militari del KMT e ne diressero le facoltà. Membri del PCC furono anche rappresentanti del Partito del KMT a vari livelli nell’Esercito Rivoluzionario Nazionale [15]. Venne anche sottoscritto che nessun ordine sarebbe stato ritenuto valido senza la firma di un rappresentante del Partito. Questo attaccamento parassitario al movimento della Rivoluzione Nazionale ebbe l’effetto di far aumentare drasticamente il numero di iscritti al PCC che passò da meno di 1.000 nel 1925 a 30.000 nel 1928.
La Spedizione del Nord cominciò nel febbraio del 1926. Tuttavia dall’ottobre 1926 al marzo 1927 il PCC lanciò tre ribellioni armate a Shangai. Più tardi attaccò il quartier generale militare della Spedizione del Nord, ma fallì. Zhou Enlai, che si faceva chiamare Wu Hao, venne catturato e più tardi rilasciato dopo aver reso un pubblico pentimento e aver riconosciuto i suoi misfatti. I picchetti dello sciopero generale nella Provincia di Guandong si scontravano violentemente con la polizia tutti i giorni e il KMT rinforzò le squadre di polizia con soldati dell’esercito, allertando nello stesso tempo gli agenti segreti perché monitorassero coloro che agitavano le masse. Tali disordini causarono la purga del PCC da parte del KMT il 12 aprile 1927.
Nell’agosto del 1927, i membri del PCC all’interno dell’Esercito Rivoluzionario del KMT diedero inizio alla Ribellione di Nanchang, che venne velocemente repressa. In settembre, il PCC lanciò la Sollevazione del Raccolto di Autunno per attaccare Changsha, ma anche quell’attacco venne represso. Il PCC cominciò ad implementare una rete di controllo nell’esercito mediante la quale “vennero stabilite delle cellule del Partito in ogni compagnia” e si ritirò nella zona di Jinggangshan, stabilendo il suo potere su quelle aree rurali.
La ribellione dei contadini dello Hunan: incitare la feccia della società a ribellarsi
Durante la Spedizione del Nord il PCC istigò la ribellione nelle zone rurali nel tentativo di prendere il potere mentre l’Esercito Rivoluzionario Nazionale era in guerra contro i signori della guerra.
La ribellione dei contadini dello Hunan del 1927 fu la rivolta delle canaglie e della feccia della società, come lo era stata la famosa Comune di Parigi del 1871 – la prima rivolta comunista. I cittadini francesi e gli stranieri che si trovarono allora a Parigi testimoniarono che la Comune di Parigi era un gruppo distruttivo di banditi senza arte né parte, senza alcun ideale. Vivendo in edifici raffinati e in grandi ville, mangiando cibi ricchi ed esotici, essi si preoccupavano solo di godersi quei momenti di felicità senza preoccuparsi di nulla di ciò che sarebbe successo dopo. Durante la rivolta della Comune di Parigi censurarono la stampa. Presero in ostaggio l’Arcivescovo di Parigi, Georges Darboy, che faceva le prediche al Re, e poi lo fecero fuori. Per il loro divertimento personale, uccisero crudelmente 64 preti, diedero fuoco a palazzi e distrussero uffici governativi, residenze private, monumenti e colonne con iscrizioni. La ricchezza e la bellezza della capitale della Francia non erano seconde a nessuno in Europa. Tuttavia, durante la sollevazione della Comune, edifici vennero ridotti in polvere e persone in scheletri. Raramente nel corso della storia si sono viste delle atrocità e delle crudeltà così efferate.
Come lo stesso Mao Zedong ammise:
“È vero che i contadini sono, in un certo senso, indisciplinati nelle campagne. Fregiandosi dell’autorità suprema, l’associazione dei contadini non ha permesso ai proprietari terrieri di avere alcuna voce in capitolo e ha spazzato via il loro prestigio. Ciò significa abbattere nella polvere i proprietari terrieri e tenerli lì. I contadini minacciano: “Vi metteremo sull’altra lista (la lista dei reazionari)”! Multano i tiranni e i malvagi signori locali, pretendono dei contributi e sfasciano le loro portantine. La gente sciama nelle case dei tiranni locali e dei signori malvagi che sono contro l’associazione dei contadini, uccidono i loro maiali e consumano le loro granaglie. Si riposano addirittura nei letti incastonati di avorio appartenenti alle giovani signore delle famiglie. Alla più piccola provocazione eseguono arresti, cacciano in testa dell’arrestato un alto cappello di carta e lo fanno marciare attraverso il paese dicendo: “Tu sporco proprietario terriero, ora sai chi sei veramente”! Facendo tutto ciò che a loro pare e mettendo tutto a soqquadro, hanno creato nelle campagne un'atmosfera di terrore”.
Ma Mao diede a queste azioni indisciplinate una piena approvazione, dicendo:
“Per dirla chiaramente, è necessario creare per un certo tempo il terrore in ogni zona rurale, altrimenti sarebbe impossibile reprimere le attività dei contro-rivoluzionari nelle campagne o rovesciare l’autorità dei signori. I giusti limiti devono essere superati per raddrizzare i torti, altrimenti i torti non potrebbero essere raddrizzati… Molti dei loro atti in quel periodo di azione rivoluzionaria venivano visti come degli eccessi, ma erano in realtà proprio le cose che la rivoluzione richiede”. [4]
La Rivoluzione Comunista crea un sistema di terrore.
L’operazione “contro il Giappone”
Il PCC etichettò la “Lunga Marcia” come un’operazione verso nord anti-giapponese. Strombazzò ai quattro venti la “Lunga Marcia” facendola diventare una fiaba della rivoluzione cinese. Proclamò che la “Lunga Marcia” fu un “manifesto”, un “lavoro di propaganda”, un “seminare” che terminò con la vittoria del PCC e la sconfitta dei nemici.
Il PCC, per occultare i suoi fallimenti, fabbricò delle menzogne spudorate circa la marcia verso nord per combattere i Giapponesi. Dall’ottobre 1933 al gennaio 1934, il Partito Comunista subì una totale sconfitta. Nella quinta operazione militare del KMT, che mirava a circondare ed annientare il PCC, il PCC perse una dopo l’altra le sue roccaforti nelle campagne. Con la zona sotto il suo controllo che si restringeva continuamente, il grosso dell’Armata Rossa dovette scappare. Questa è la vera origine della “Lunga Marcia”.
La “Lunga Marcia” mirava in realtà a spezzare l’accerchiamento e a scappare verso la Mongolia e la Russia lungo un arco che prima andava a ovest e poi a nord. Una volta arrivato, il PCC aveva la possibilità di fuggire in Unione Sovietica in caso di sconfitta. Mentre era sulla strada della Mongolia il PCC incontrò grandi difficoltà. Scelsero di passare dallo Shanxi e dallo Suiyuan. Da una parte, marciando attraverso queste province del nord, potevano affermare di essere “anti-giapponesi” e conquistare il cuore della gente. Dall’altra, quelle zone erano sicure perché non c’era nessuno spiegamento di truppe giapponesi. Il territorio lungo la Grande Muraglia era occupato dall’Esercito Giapponese. Un anno più tardi, quando il PCC arrivò finalmente a Shanbei (provincia del nord dello Shanxi) la forza principale dell’Armata Rossa Centrale era scesa da 80.000 a 6.000 uomini.
L’incidente di Xi'an
Nel dicembre 1936, Zhang Xueliang e Yang Hucheng, due generali del KMT, rapirono Chiang Kai-shek nel Xi'an. Questo episodio viene ricordato come “l’Incidente di Xi'an”.
Secondo la versione presentata dal PCC nei testi di storia, l’Incidente di Xi’an fu “un golpe militare” iniziato da Zhang e Yang, che diedero un ultimatum di vita o di morte a Chiang Kai-Shek. Egli fu costretto a prendere posizione contro gli invasori giapponesi.
Le cronache raccontano che Zhou Enlai fu invitato a Xi’an come rappresentante del PCC per aiutare a negoziare una soluzione pacifica. Con gruppi differenti in Cina che agivano da mediatori l’incidente si risolse pacificamente, ponendo quindi fine ad una guerra civile durata dieci anni e dando inizio ad un’alleanza contro i Giapponesi. I libri di storia del PCC raccontano che quello fu un punto di svolta cruciale nella crisi cinese. Il PCC si dipinge come un partito patriottico che tiene in conto gli interessi di tutta la nazione.
Tanti e tanti documenti hanno rivelato che molte spie del PCC si erano già raccolte attorno a Yang Hucheng e Zhang Xueliang prima dell’incidente di Xi’an. Un esempio era il membro in incognito del PCC Liu Ding che venne presentato a Zhang Xueliang da Song Qingling, moglie di Sun Yat-sen, sorella della signora Chiang e membro del PCC
Dopo l’incidente di Xi’an, Mao Zedong elogiò Liu Ding, dicendo che “Liu Ding ha dato un servizio meritevole durante l’incidente di Xi’an”. Tra quelli che lavoravano con Yang Hucheng, la sua stessa moglie Xie Baozhen era un membro del PCC e lavorava nel Dipartimento Politico dell’Esercito di Yang.
Xie aveva sposato Yang Hucheng nel gennaio 1928 con l’approvazione del PCC. Inoltre, il membro del PCC Wang Bingnan era sempre un ospite ben accolto a casa Yang. Wang divenne poi viceministro per il Ministero degli Affari Esteri del PCC. Furono questi membri del PCC che erano attorno a Yang e Zhang a istigare direttamente il golpe.
In realtà all’inizio dell’episodio i capi del PCC volevano uccidere Chiang-Kai-Shek, vendicando così la sua precedente repressione del PCC. A quei tempi, la base del PCC nel nord della provincia dello Shaanxi era molto debole, e rischiava di essere eliminata in una sola battaglia. Così il PCC, utilizzando tutte le sue arti dell’inganno che aveva acquisito, istigò Zhang e Yang alla rivolta. Al fine di tenere in scacco i Giapponesi per impedir loro di attaccare l’Unione Sovietica, Stalin scrisse al Comitato Centrale del PCC chiedendo di non uccidere Chiang-Kai-Shek, ma di collaborare di nuovo con lui. Mao Zedong e Zhou Enlai compresero di non poter annientare il KMT con le forze esigue del PCC; anche se avessero ucciso Chiang-Kai-Shek sarebbero stati sconfitti e probabilmente eliminati dalla vendetta dell’esercito del KMT. Date le circostanze il PCC cambiò atteggiamento chiedendo di unirsi alla resistenza contro i Giapponesi e obbligando Chiang Kai-Shek a una seconda cooperazione.
Il PCC prima istigò la rivolta puntando il fucile contro Chiang Kai-Shek e poi, con una giravolta, agì come un eroe a teatro, e lo obbligò ad accettare il PCC stesso. In quel modo, non solo il PCC sfuggì a una crisi che lo avrebbe disintegrato, ma usò anche quell’opportunità per stringere una seconda alleanza con il governo del KMT. L’Armata Rossa venne presto trasformata nell’Ottava Armata di Marcia, più grande e più potente di prima. Bisogna ammirare le irraggiungibili arti dell’inganno del PCC.
La guerra anti-giapponese
I libri di testo del PCC raccontano che il Partito Comunista condusse la Cina alla vittoria nella guerra contro i Giapponesi.
In realtà, quando la Guerra Anti-Giapponese esplose, il KMT aveva più di 1,7 milioni di soldati in armi, navi per un tonnellaggio pari a 110.000 tonnellate e circa 600 aerei da combattimento di vario tipo. Le dimensioni totali della Nuova Quarta Armata del PCC, nuovamente formatasi nel novembre del 1937, non superavano invece le 70.000 persone e la sua forza era ulteriormente indebolita dalle politiche frazioniste al suo interno. Il PCC comprese che se avesse dovuto affrontare i Giapponesi in battaglia il suo potere sarebbe diminuito. Agli occhi del PCC il punto fondamentale de “l’unità nazionale” non era quello di assicurare la sopravvivenza della nazione, bensì di sostenere il proprio potere. Perciò, durante la sua collaborazione con il KMT il PCC esercitò una politica interna segreta secondo la quale bisognava dare priorità alla lotta per il potere politico.
Dopo l’occupazione da parte dei Giapponesi della città di Shenyang il 18 settembre 1931, che estendeva il loro controllo su vaste zone del nord-est della Cina, il PCC combatté praticamente spalla a spalla con gli invasori Giapponesi per sconfiggere il KMT. In una dichiarazione scritta in risposta all’occupazione giapponese, il PCC esortava la gente nelle zone controllate dal KMT a ribellarsi chiamando “i lavoratori a scioperare, i contadini a sabotare, gli studenti a boicottare gli studi, i poveri ad abbandonare il lavoro e i soldati a ribellarsi” così da rovesciare il governo nazionalista.
Sebbene il PCC sventolasse la bandiera della resistenza contro i Giapponesi, teneva gli eserciti locali e la guerriglia lontani dalle linee del fronte. Ad eccezione di alcune battaglie, come quella combattuta al Passo di Pingxing, il contributo del PCC alla guerra contro i Giapponesi fu molto scarso. Invece impiegarono i loro sforzi per espandere le proprie basi. Quando i Giapponesi si arresero, il PCC reclutò i soldati che si arrendevano nel proprio esercito, proclamando di essere aumentati di numero fino ad avere più di 900.000 soldati regolari e oltre 2 milioni di combattenti della milizia. L’esercito del KMT era praticamente solo sulle linee del fronte mentre combatteva i Giapponesi perdendo, nel corso della guerra, più di 200 generali. Dall’altra parte, tuttavia, gli ufficiali comandanti del PCC non soffrirono praticamente nessuna perdita. Pur stando così le cose, il PCC costantemente proclamò che il KMT non aveva resistito ai Giapponesi, e che fu il PCC a condurre la grande vittoria nella guerra anti-giapponese.
Rettifica nello Yan’an
Il PCC attrasse un numero incalcolabile di patrioti nello Yan’an nel nome della lotta ai Giapponesi, ma poi ne perseguitò a migliaia durante il movimento di rettifica messo in atto su ciò che venne poi chiamata “la terra santa della rivoluzione”. Dopo aver guadagnato il controllo della Cina il PCC ha continuato a dipingere lo Yan’an come la “terra santa” della rivoluzione, ma non ha fatto mai menzione dei crimini che commise durante la rettifica.
Il movimento di rettifica nello Yan’an è stato il gioco di potere più feroce, più buio e più vasto del mondo umano. Nel nome della pulizia dalle misere tossine borghesi, il Partito lavò via la moralità, l’indipendenza di pensiero, la libertà di azione, la tolleranza e la dignità. Il primo gradino della rettifica consisteva nel mettere in piedi un archivio personale per ogni persona, che includesse: 1) una dichiarazione personale; 2) una cronaca della propria vita politica; 3) relazioni familiari e sociali; 4) biografia e trasformazioni ideologiche; 5) valutazione in accordo con i principi del Partito.
Nell’archivio personale dovevano essere elencate tutte le conoscenze dalla nascita in poi, tutti gli eventi importanti e il tempo e il luogo in cui erano avvenuti. Veniva richiesto di scrivere ripetutamente nell’archivio; e ogni omissione veniva vista come un segno di impurità. Dovevano essere descritte tutte le attività sociali a cui si era partecipato, specialmente quelle relative all’arruolamento nel Partito. L’enfasi veniva messa sui processi di pensiero personali durante queste attività sociali. Le valutazioni in base ai principi del Partito erano ancor più importanti e uno doveva confessare qualunque pensiero o comportamento anti-Partito nella propria coscienza, qualunque discorso, atteggiamento sul lavoro, nella vita di tutti i giorni o nelle attività sociali. Nel valutare la propria coscienza veniva richiesto di osservare attentamente se uno si era preoccupato del proprio interesse, se uno aveva lavorato per il Partito per raggiungere i propri obbiettivi, se la propria fiducia nel futuro rivoluzionario aveva vacillato, se si era temuta la morte durante le battaglie o se si era sentita la mancanza dei propri familiari o della moglie. Non c’erano dei criteri oggettivi, per cui potevano essere trovati problemi pressoché a tutti.
Per estorcere “confessioni” dai quadri che venivano ispezionati al fine di eliminare i “traditori nascosti” veniva usata la coercizione. Da tutto ciò risultavano innumerevoli montature e accuse false e sbagliate, e un gran numero di quadri vennero perseguitati. Durante la rettifica, Yan’an venne chiamato “un luogo dove purgare la natura umana”. Un gruppo di lavoro entrò nell’Università degli Affari Militari e Politici per esaminare la storia politica dei quadri, causando due mesi di terrore e di sangue. Per estorcere le confessioni vennero usati vari metodi. Alla gente veniva chiesto di confessare e veniva mostrato come farlo. C’erano “gruppi di persuasione”, “le persuasioni in cinque minuti”, il consiglio in privato, i rapporti in gruppo e l’identificazione dei “rossastri” (cioè, i rossi fuori ma bianchi dentro). C’era anche lo “scatto di fotografie” – allineamento di tutti sul palco per essere esaminati. Quelli che apparivano nervosi venivano identificati come sospetti e presi di mira come obbiettivi da investigare.
Persino dei rappresentanti del Comintern indietreggiavano di fronte ai metodi usati durante la rettifica, e affermavano che la situazione a Yan’an era deprimente. La gente non osava scambiarsi delle opinioni. Tutti avevano la propria ascia da affilare e tutti erano nervosi e spaventati. Nessuno aveva il coraggio di dire la verità o di proteggere degli amici maltrattati, perché tutti cercavano di salvare la propria vita. I più brutali – coloro che incensavano, mentivano e insultavano gli altri – venivano promossi; l’umiliazione divenne una cosa normale a Yan’an. La gente veniva spinta sull’orlo della follia, obbligata ad abbandonare la propria dignità, il proprio senso dell’onore o della vergogna, e l’amore per gli altri; invece tutti recitavano gli articoli scritti dai capi del Partito. Questo stesso sistema di oppressione è stato usato dal PCC in tutte le attività da quando ha preso il potere in Cina.
Tradire il Paese per conquistare il potere
La rivoluzione borghese russa del febbraio 1917 fu una sollevazione relativamente leggera. Lo zar pose gli interessi del Paese al primo posto e abdicò piuttosto che resistere. Lenin tornò in Russia in tutta fretta dalla Germania, inscenò un altro golpe e assassinò i rivoluzionari della classe capitalista che avevano rovesciato lo zar, strangolando così la rivoluzione borghese in Russia. Il PCC, proprio come Lenin, raccolse i frutti della rivoluzione nazionalista. Dopo la fine della guerra anti-giapponese, il PCC lanciò una guerra rivoluzionaria per rovesciare il governo del KMT, gettando di nuovo la Cina in una guerra disastrosa.
Il PCC è abile nel manipolare le masse. In molte battaglie contro il KMT, comprese quelle combattute a Liaoxi-Shenyang, Beijing-Tianjin, e Huai Hai, il PCC usò tattiche primitive, barbare e inumane che comportavano il sacrificio della propria gente. Nel corso dell’assedio di Changchun, al fine di esaurire le riserve di cibo della città, l’Esercito di Liberazione del Popolo (PLA) impedì alla gente comune di lasciare la città. Nel corso dei due mesi di assedio, circa 200.000 persone morirono di fame e di freddo. Ma il PLA non permise alla gente di andarsene. Dopo la fine della battaglia, senza la minima ombra di vergogna, il PCC proclamò di “aver liberato Changchun senza aver sparato nemmeno un colpo”.
Dal 1947 al 1948 il PCC firmò “l’Accordo di Harbin” e “l’Accordo di Mosca” con l’Unione Sovietica, cedendo i beni della nazione e regalando le risorse del Nord-Est in cambio del pieno appoggio dell’Unione Sovietica nelle relazioni estere e negli affari militari. In base agli accordi l’Unione Sovietica avrebbe fornito al PCC gli aeroplani e le armi abbandonate dai Giapponesi in due insediamenti quando si erano arresi; avrebbe inoltre venduto a basso prezzo le munizioni e i rifornimenti militari controllati dai Sovietici. Se il KMT avesse lanciato uno sbarco anfibio nel Nord-Est, l’Unione Sovietica avrebbe segretamente sostenuto l’esercito del PCC. Inoltre l’Unione Sovietica avrebbe aiutato il PCC a prendere il controllo dello Xinjiang; il PCC e l’Unione Sovietica avrebbero fabbricato una forza aerea alleata; i Sovietici avrebbero aiutato il PCC a equipaggiare 11 divisioni dell’esercito del PCC e avrebbero trasportato un terzo delle armi fornite dagli Stati Uniti (per un valore di 13 miliardi di dollari) nel Nord-Est della Cina. Per ottenere il suo sostegno, il PCC promise all’Unione Sovietica privilegi speciali sui trasporti nel Nord-Est sia per terra che per cielo, offrì informazioni sui movimenti sia del governo del KMT che dell’esercito USA; fornì all’Unione Sovietica i prodotti del Nord-Est (cotone, soia) e forniture militari in cambio di armi avanzate; concesse all’Unione Sovietica diritti preferenziali per lo sfruttamento minerario in Cina; permise all’Unione Sovietica di stanziare truppe nel Nord-Est e nello Xinjiang; e permise ai Sovietici di stabilire l’Ufficio di Intelligence per l’Estremo Oriente in Cina. Se fosse scoppiata la guerra in Europa, il PCC avrebbe inviato un corpo di spedizione di 100 mila uomini più 2 milioni di lavoratori per sostenere l’Unione Sovietica. Inoltre il PCC promise di fondere, se necessario, alcune regioni della Provincia di Liaoning con la Corea del Nord.
3. Dimostrazione dei tratti malvagi
L’eterna paura segna la storia del Partito
La caratteristica più spiccata del PCC è la sua eterna paura, specialmente la paura di perdere il potere. Il più alto interesse del PCC è stato la sua sopravvivenza, che ha sostenuto con l’uso della forza. Il PCC è come un cancro che colpisce le cellule primarie, che si diffonde e si infiltra in tutto il corpo invadendo le cellule circostanti e rendendole a loro volta cancerose. Nel nostro ciclo storico, la società non è in grado di dissolvere un tale fattore così mutato e non ha altra alternativa che quella di lasciarlo proliferare liberamente. Il risultato è che la maggior parte della società ne è rimasta inquinata e delle vaste aree sono state inondate dal comunismo o da suoi elementi. La diffusione del PCC ha fondamentalmente degradato la moralità e il tessuto sociale del genere umano.
Il PCC non crede nei principi di moralità e giustizia. Tutti i principi vengono usati esclusivamente nel suo interesse. È fondamentalmente egoista e non esistono principi che possano limitare le sue ambizioni. In base ai suoi stessi principi, il Partito necessita di continuare a modificare il modo in cui si presenta in superficie, cambiando pelle di volta in volta. Durante il primo periodo, quando la sua stessa sopravvivenza era a rischio, il PCC si attaccò al Partito Comunista dell’Unione Sovietica, al KMT, agli organismi di governo del KMT e alla Rivoluzione Nazionalista. Dopo aver afferrato il potere, il PCC si aggrappò alle varie forme di opportunismo, alle menti e ai sentimenti dei cittadini, ai mezzi e alle strutture sociali, a qualunque cosa su cui potesse allungare le mani. Ha utilizzato ogni crisi come un’opportunità per accumulare ricchezze e per rafforzare i suoi mezzi di controllo.
Le “Armi Magiche” del PCC
Il PCC dichiara che la vittoria rivoluzionaria dipende da tre “armi magiche”: la costruzione del Partito, la lotta armata e i fronti uniti. L’esperienza con il KMT offrì al PCC due “armi” ulteriori: propaganda e spionaggio. Le svariate “armi magiche del PCC” sono state tutte infuse con i nove tratti malvagi ereditati: malvagità, menzogna, istigazione, scatenare la feccia della società, spionaggio, rapine, lotta, eliminazione e controllo.
Il Marxismo-Leninismo è intrinsecamente malvagio. Ironicamente, i comunisti cinesi non comprendono veramente il Marxismo-Leninismo. Lin Piao [17] disse che erano molto pochi i membri del PCC che avevano letto Marx e Lenin. La gente considerava Qu Qiubai [18] un ideologo, ma lui ammise di aver letto molto poco delle opere di Marx e Lenin. L’ideologia di Mao Zedong è una versione rurale del Marxismo-Leninismo che sostiene la ribellione dei contadini. La teoria socialista di Deng Xiaoping termina con la parola capitalismo. I “Tre Rappresentanti” di Jiang Zemin [19] sono stati messi insieme dal nulla. Il PCC non ha mai veramente compreso che cos’è il Marxismo-Leninismo, ma ne ha ereditato gli aspetti malvagi, sui quali ha adattato le sue cose ancor più perverse.
Il fronte unito del PCC è una congiunzione di menzogne e di guadagni a breve termine. Lo scopo dell’unità è rafforzare il suo potere. Unendo le forze in battaglia contro i Giapponesi, il PCC poté crescere da piccolo gruppo isolato ad enorme clan. L’unità richiedeva capacità di discernimento – la capacità di identificare chi erano i nemici e chi gli amici; chi stava a sinistra, chi al centro e chi a destra; chi doveva essere amico e quando, e chi doveva essere attaccato e quando. Nemici si trasformavano facilmente in amici, per poi tornare di nuovo nemici.
Per esempio, durante il periodo della rivoluzione democratica, il Partito si alleò con i capitalisti, ma durante la rivoluzione socialista eliminò i capitalisti. In un altro caso, capi di partiti democratici come Zhang Bojun e Luo Longji – cofondatori della Lega Democratica della Cina – vennero utilizzati come sostenitori del Partito durante la presa del potere, per poi essere perseguitati come “persone di destra”.
Il Partito Comunista è una banda sofisticata di professionisti
Il Partito Comunista ha utilizzato una doppia strategia: da una parte morbida e flessibile e dall’altra dura e severa. La sua strategia morbida include la propaganda, i fronti uniti, lo spionaggio, il doppio gioco, il penetrare le menti delle persone, il lavaggio del cervello, gli inganni e le menzogne, l’occultamento della verità, l’abuso psicologico e il generare un’atmosfera di terrore. Nel fare queste cose, il PCC crea una sindrome di paura dentro il cuore dei membri del Partito che li porta a dimenticare facilmente gli errori del Partito. Questa miriade di metodi può spazzare via la natura umana e promuovere sentimenti negativi nell’umanità. La tattica dura del PCC include la violenza, le persecuzioni, i movimenti politici, le uccisioni e la soppressione delle vite, i rapimenti, la repressione delle voci fuori dal coro, gli attacchi armati, le periodiche epurazioni, ecc. I metodi aggressivi creano e perpetuano il terrore.
Il PCC usa contemporaneamente entrambi i metodi: quello morbido e quello duro. Saranno rilassati in qualche occasione mentre rigidi in altre, oppure saranno rilassati verso l’esterno mentre saranno rigidi negli affari interni. In un’atmosfera rilassata il PCC incoraggia l’espressione di opinioni differenti ma, come quando si vuol attirare il serpente fuori dalla sua tana, quelli che faranno sentire la propria voce, verranno poi perseguitati nel periodo successivo di stretto controllo. Il PCC ha usato spesso la democrazia per sfidare il KMT, ma quando gli intellettuali nelle zone controllate dal PCC erano in disaccordo con il Partito, venivano torturati o persino decapitati.
Un funzionario veterano che aveva sofferto di svariati tormenti durante il movimento di rettifica di Yan’an ricordava che quando era sotto intensa pressione, obbligato a confessare, l’unica cosa che poteva fare era tradire la propria coscienza e fabbricare delle bugie. All’inizio si sentiva male a coinvolgere e incastrare i suoi compagni. Si detestava così tanto da voler porre termine alla sua vita. Come per magia, gli venne messa una pistola sul tavolo. Lui l’afferrò se la puntò alla tempia e tirò il grilletto, ma nella pistola non vi erano pallottole! La persona che lo stava esaminando entrò dicendo: “Va bene che tu ammetta che ciò che hai fatto è sbagliato. Il Partito sa essere indulgente”. Il Partito Comunista a quel punto sapeva che tu avevi raggiunto il tuo limite, sapeva che tu saresti stato “leale” al Partito e così avevi superato la prova.
Il PCC mette sempre in trappola la persona e poi si gode ogni suo dolore e umiliazione. Quando uno raggiunge il limite e desidera solo la sua morte, il Partito “amorevolmente” viene fuori per mostrare alla persona come sopravvivere. “Meglio vivere come un codardo che morire come un eroe”, si dice. Uno diventa grato al Partito come se fosse il proprio salvatore.
Anni più tardi questo funzionario venne a sapere del Falun Gong, un qigong, una pratica di coltivazione, che era stata diffusa in Cina. Lui sentì che era una buona pratica. Quando cominciò la persecuzione contro il Falun Gong, tuttavia, i suoi ricordi carichi di dolore lo visitarono di nuovo e lui non ebbe più il coraggio di dire che il Falun Gong era buono.
L’esperienza dell’Imperatore Puyi [20] fu simile a quella di questo funzionario. Recluso nelle celle del PCC, vedendo che gli altri venivano uccisi, pensò che presto sarebbe giunto il suo turno. Per sopravvivere, permise che gli lavassero il cervello e cooperò con le guardie carcerarie. Più tardi scrisse un’autobiografia “La Prima Metà della Mia Vita” che venne usata dal PCC come un esempio di rimodellamento ideologico.
In base ai moderni studi psichiatrici, molte vittime di intense pressioni e isolamento cadono preda di un senso anormale di dipendenza dai loro guardiani; viene chiamata Sindrome di Stoccolma. Gli stati d’animo delle vittime, felicità e collera, gioia o dolore, saranno dettati dai loro aguzzini. Il più piccolo favore nei confronti della vittima, verrà accettato da quest’ultima con profonda gratitudine. Ci sono racconti in cui le vittime si “innamorano” dei loro guardiani. Questo fenomeno psicologico è da tempo conosciuto ed è stato usato con successo dal PCC contro i suoi nemici e per controllare le menti dei cittadini.
Il Partito è la cosa più malvagia
La maggior parte dei segretari generali del PCC sono stati etichettati come anti-comunisti. Chiaramente il PCC vive di vita propria. Il Partito gestisce i funzionari; i funzionari non gestiscono il Partito.
Nelle “zone sovietiche” della provincia dello Jiangxi, quando il PCC era circondato dal KMT e a malapena riusciva a sopravvivere, condusse lo stesso delle operazioni di epurazione sotto la bandiera del reprimere i “corpi anti bolscevichi”, giustiziando i propri soldati – lapidandoli a morte per risparmiare le pallottole.
Nella provincia dello Shaanxi, mentre era stretto fra i Giapponesi e il KMT, il PCC cominciò il movimento di rettifica dello Yan’an di pulizia e di uccisioni di massa. Questo genere di massacri ripetuti su vasta scala non hanno impedito al PCC di espandere il suo potere su tutta la Cina. Il PCC espanse questo sistema di rivalità interne e di uccisioni vicendevoli, dalle piccole aree sovietiche all’intera nazione.
Il PCC è come un tumore maligno; nel suo rapido sviluppo il centro del tumore è già morto, ma continua a ingolfare tutti gli organi nei suoi limiti esterni, espandendo la sua influenza. Gli organi che vengono pervasi dal tumore ne diventano parte. Non importa quanto buona o cattiva sia la persona all’inizio, dopo essersi unita al PCC diviene parte della sua forza distruttiva. Più onesta è la persona, più distruttiva diventerà. Senza dubbio il tumore del PCC continuerà a crescere fino a quando non gli sarà rimasto più nulla di cui nutrirsi. Allora il cancro sicuramente morirà.
Il fondatore del PCC, Chen Duxiu, era un intellettuale e leader del movimento studentesco del 4 Maggio. Dimostrò di non essere un sostenitore della violenza e mise in guardia i membri del PCC che se tentavano di convertire il KMT all’ideologia comunista o se avevano troppo interesse nel potere, questo avrebbe certamente reso difficile le relazioni. Sebbene fosse uno dei più attivi della generazione del 4 Maggio, Chen era anche tollerante. Tuttavia venne etichettato come un “opportunista di destra”.
Un altro leader del PCC, Qu Qiubai, credette che i membri del PCC dovessero impegnarsi in battaglie, organizzare ribellioni, rovesciare le autorità e usare metodi estremi per far ritornare la società cinese al suo funzionamento normale. Tuttavia egli confessò prima della sua morte di non voler morire come un rivoluzionario, dato che aveva abbandonato il movimento molto tempo prima. Egli si lamentò del fatto che la storia gli aveva giocato un brutto scherzo portando lui, un intellettuale, sul palcoscenico politico della rivoluzione e tenendolo lì per molti anni. Alla fine egli disse di non riuscire a superare le sue nozioni borghesi. “Non riesco a diventare un guerriero della classe proletaria”.
Il leader del PCC Wang Ming, su consiglio del Comintern, invocò l’unità con il KMT nella guerra contro i Giapponesi, invece di espandere la base del PCC. Alle riunioni del PCC Mao Zedong e Zhang Wentian non riuscivano a persuadere il loro compagno, né potevano svelargli come le cose stavano veramente: in base alle forze limitate dell’Armata Rossa non sarebbero stati in grado di contenere da soli i Giapponesi. Se, contro ogni buon senso, il PCC avesse deciso di combattere, la storia della Cina sarebbe stata certamente differente. Mao Zedong fu obbligato a tacere durante le riunioni. Più tardi Wang Ming venne esautorato per una deviazione “di sinistra” e poi marchiato come opportunista dell’ideologia di destra.
Hu Yaobang, un altro segretario del Partito che venne obbligato a dare le dimissioni nel 1987, combatté per fare giustizia nei confronti di molte vittime innocenti che erano state criminalizzate durante la Rivoluzione Culturale. Eppure, alla fine, venne usato come capro espiatorio.
Zhao Ziyang, il segretario decaduto più di recente [21], voleva aiutare il PCC a incrementare le riforme, eppure le sue azioni gli procurarono delle conseguenze amare.
Quindi, che cosa ha raggiunto ciascun leader del PCC? Il riformare veramente il PCC sottintende la sua morte. Ai riformatori il PCC ha sottratto velocemente il potere. C’è un certo limite a ciò che i membri del PCC possono fare per trasformare il sistema del PCC. Tutti si basano sul potere trasmesso dal PCC stesso, e quindi non è possibile riformare veramente il PCC.
Se tutti i leader del Partito si sono dimostrati di volta in volta delle “cattive persone”, come ha potuto il PCC espandere la rivoluzione? In molti casi, quando il PCC era al suo massimo – e nell’apice della malvagità – i suoi funzionari di grado più elevato fallivano nelle posizioni che assumevano. Questo perché il loro grado di malvagità non incontrava i criteri del Partito che di volta in volta selezionava solo i più malvagi.
La vita politica di molti capi del Partito spesso finiva in tragedia, eppure il PCC sopravviveva. I leader del partito che sopravvissero nelle loro posizioni non erano quelli che erano in grado di influenzare il Partito, ma quelli che riuscivano a comprendere e a seguire le intenzioni del Partito. Essi rafforzarono la capacità del PCC di sopravvivere durante una crisi e consegnarono completamente se stessi al Partito. Nessuna meraviglia che fossero capaci “di combattere contro il cielo, battagliare con la terra e lottare contro altri esseri umani”. Ma non poterono mai opporsi al Partito. Nell’organizzazione del PCC, specialmente ad alto livello, c’era una relazione simbiotica fra i leader e il Partito nel perseguire la reciproca sopravvivenza.
La spudoratezza è diventata una qualità incredibile nel PCC di oggi. Secondo il Partito tutti gli errori sono stati commessi individualmente dai vari capi del Partito, ad esempio da Zhang Guotao o piuttosto dalla Banda dei Quattro [22]. Mao Zedong, secondo il giudizio del Partito, aveva 3 parti di errore e 7 di successo, mentre Deng Xiaoping giudicò se stesso con 4 parti di errore e 6 parti di successo, ma il Partito in quanto tale non aveva mai sbagliato. Anche se il Partito ha sbagliato dice di potersi auto-correggere. Perciò il Partito dice ai suoi membri di “guardare avanti” e “di non farsi invischiare nei conti del passato”. Molte cose potevano cambiare: il “paradiso comunista” poteva mutarsi in un più modesto obbiettivo socialista di “del cibo e un tetto”. Marx poteva essere sostituito dai “Tre Rappresentanti”; la gente non si sorprenderebbe nel vedere diventare il Paese democratico, nell’aprirsi alla libertà di credo, nell’abbandonare Jiang Zemin da un giorno all’altro o nel porre fine alla persecuzione del Falun Gong. Altre cose del PCC, tuttavia, non cambiano: il perseguimento fondamentale di un obiettivo del Partito – la sua sopravvivenza e il mantenimento del potere e del controllo.
Il PCC ha mescolato violenza, terrore e indottrinamento forzato per formare le sue basi teoriche, che sono poi diventate i principi del Partito, lo spirito che anima i suoi leader e, in fin dei conti, il meccanismo di funzionamento finale di tutto il Partito e dei suoi membri. Il sistema, i capi e i membri tutti si sono assimilati a queste idee. Il Partito Comunista è fatto di ferro e la sua disciplina ha la durezza dell’acciaio. Le intenzioni di ogni suo membro devono unirsi in un’unica cosa e tutte le azioni dei suoi membri devono completamente aderire ai piani politici del Partito.
Conclusione
Perché la storia ha scelto per la Cina il Partito Comunista invece di qualsiasi altra forza politica? Per ciò che ne sappiamo nel mondo ci sono due forze, due scelte. Una è quella vecchia e malvagia, il cui scopo è fare del male e scegliere il negativo. L’altra è buona e giusta e sceglierà ciò che è giusto e benevolente. Il PCC è stato scelto dalle vecchie forze. La ragione di questa scelta è proprio perché il PCC ha raccolto tutto il male del mondo. Cinese o straniero, passato o presente. È un rappresentante tipico delle vecchie forze. Fin dalla sua fondazione il PCC usò l’innocenza e la benevolenza innata della gente per ingannarla e, passo dopo passo, ha prevalso fino a raggiungere l’odierna capacità di distruzione.
Che cosa intende il Partito quando dice che la nuova Cina non esisterebbe senza il Partito Comunista? Dalla sua fondazione nel 1921 fino a quando prese il potere politico nel 1949, le prove dimostrano chiaramente che senza menzogne e violenza il PCC non avrebbe raggiunto il potere. Il PCC differisce da qualsiasi altra formazione politica per il fatto che segue l’ideologia distorta del Marxismo-Leninismo e fa ciò che gli pare. Può spiegare tutto ciò che fa ricorrendo a ideologie elevate e collegandole astutamente a certe porzioni delle masse, “giustificando” così le sue azioni. Diffonde giornalmente la sua propaganda, rivestendo le sue strategie con i vari principi e le varie ideologie per dimostrare di essere sempre nel giusto.
Quello del PCC è stato un processo di accumulazione del male. La storia del PCC ci mostra esattamente la sua illegittimità. I cinesi non hanno scelto il PCC. Invece il PCC ha imposto ai cinesi il comunismo, questo spettro malvagio e straniero, applicando i tratti malvagi che ha ereditato dal Partito Comunista: malvagità, falsità, istigazione, scatenare la feccia della società, spionaggio, rapine, scontri, eliminazioni e controllo.
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[1] Dall’Inno Comunista “L’Internazionale”.
[2] Dal “Rapporto su un’Indagine sul Movimento dei Contadini nello Hunan” di Mao (1927).
[3] Proletariato diseredato, grossolanamente tradotto come lavoratori dei bassifondi. Con questo termine si indica la classe dei paria, elementi degenerati o nascosti che formano un segmento della popolazione dei centri industriali. Include, mendicanti, prostitute, gangster, gente dei racket, imbroglioni, criminali da quattro soldi, barboni, gente cronicamente disoccupata o inoccupabile, persone gettate fuori dall’industria ed ogni genere di elementi declassati, degradati o degenerati. Questo termine venne coniato da Marx nel Le Lotte di Classe in Francia, 1848-1850.
[4] Mao (1927).
[5] Zhou Enlai (5 Marzo 1898 – 8 gennaio 1976), fu secondo per importanza solo a Mao nella storia del PCC. Era un personaggio predominante nel PCC e Premier della Repubblica Popolare della Cina dal 1949 fino alla sua morte.
[6] Gu Shunzhang era originariamente uno dei capi del sistema di agenti speciali del PCC. Nel 1931 venne arrestato dal KMT e li aiutò a scoprire molti nascondigli segreti del PCC. Tutti gli otto membri della famiglia di Gu vennero strangolati a morte e seppelliti nella Concessione Francese di Shanghai. Per ulteriori informazioni vedere “La Storia degli assassini del PCC”(http://english.epochtimes.com/news/4-7-14/22421.html).
[7] La Guerra fra il PCC e il KMT nel Giugno 1946. La Guerra è contrassegnata da tre successive campagne: Liaoxi-Shenyang, Huai-Hai e Beiping-Tianjin, dopo le quali il PCC rovesciò il dominio del KMT, arrivando così alla fondazione della Repubblica Popolare della Cina il 1° Ottobre 1949.
[8] Chiang Kai-Shek era il leader del KMT, e più tardi in esilio divenne il leader di Taiwan.
[9] Hu Zongnan (1896-1962), nativo della Contea di Xiaofeng (ora parte della Contea di Anji), Provincia dello Zhejiang, fu successivamente vice-comandante, comandante sul campo e capo dello staff del Quartier Generale Militare del Sud-Est del KMT.
[10] Quando il PCC cominciò la riforma agraria, suddivise la gente in categorie. Fra le classi definite di nemici, gli intellettuali vengono dopo i proprietari terrieri, i reazionari, le spie, ecc. e sono la 9° categoria (l’ultima).
[11] Da un poema di Sima Qian, storico ed erudito della Dinastia West Han. Il suo famoso poema dice: “Tutti devono morire; uno muore in un modo addirittura più solenne di Taishan o più leggero di una piuma”. Taishan è una delle montagne principali della Cina.
[12] La Spedizione del Nord è stata una campagna militare condotta da Chiang Kai-Shek nel 1927 che intendeva unificare la Cina sotto il dominio del KMT e porre fine al dominio dei signori della guerra locali. Raggiunse con largo successo questi obbiettivi. Durante la Spedizione del Nord il PCC strinse un’alleanza con il KMT.
[13] Il movimento rivoluzionario durante l’alleanza PCC-KMT segnata dalla Spedizione del Nord.
[14] Sun Yat-Sen, fondatore della Cina moderna.
[15] L’Esercito Rivoluzionario Nazionale controllato dal KMT, era l’esercito nazionale della Repubblica Cinese. Durante il periodo dell’alleanza PCC-KMT includeva i membri del PCC che si unirono all’alleanza.
[16] Il 12 Aprile 1927, il KMT guidato da Chiang Kai-Shek iniziò un’operazione militare contro il PCC a Shanghai e in molte altre città. Furono catturati da 5.000 a più di 6.000 membri del PCC e molti uccisi a Shanghai fra il 12 Aprile e la fine del 1927.
[17] Lin Biao (1907-1971), uno dei capi superiori del PCC, servì sotto Mao Zedong come membro del Politburo Cinese, come Vice-Direttore (1958) e Ministro della Difesa (1959). Lin viene visto come l’architetto della Grande Rivoluzione Culturale. Lin, nel 1966, venne designato come successore di Mao, ma cadde in disgrazia nel 1970. Avvertendo la sua discesa Lin venne coinvolto in un colpo di stato e tentò di volarsene nell’USSR quando il presunto complotto venne scoperto. Durante il suo tentativo di fuga il suo aereo si schiantò in Mongolia provocandone la morte.
[18] Qu Qiubai (1899-1935) è uno dei primi capi del PCC ed un famoso scrittore di sinistra. Venne catturato dal KMT il 23 Febbraio 1935 e morì il 18 Giugno dello stesso anno.
[19] I “Tre Rappresentanti” venne inizialmente menzionato in un discorso di Jiang Zemin nel Febbraio del 2000. In base a questa dottrina il Partito doveva sempre rappresentare le linee di sviluppo delle forze produttive avanzate della Cina, l’orientamento della cultura avanzata della Cina e gli interessi fondamentali della stragrande maggioranza dei cinesi.
[20] Pu-yi, nome manciuriano Aisin Gioro (1906–1967), l’ultimo imperatore cinese (1908–1912), governò con il nome di Hsuan T’ung. Dopo la sua abdicazione il nuovo governo repubblicano gli garantì una grossa pensione e gli premise di vivere nella Città Proibita di Pechino fino al 1924. Dopo il 1925 visse nella Concessione Giapponese di Tianjin. Nel 1934, regnando con il nome di K’ang Te, divenne l’imperatore dello stato fantoccio di Manchukuo, o della Manciuria. Venne catturato dai Russi nel 1945 e tenuto come loro prigioniero. Nel 1946 Pu Yi testimoniò al processo di Tokyo per i crimini di guerra che era stato uno strumento suo malgrado dei Giapponesi militaristi e non, come affermavano loro, lo strumento dell’auto-determinazione della Manciuria. Nel 1950 venne consegnato ai Comunisti cinesi ed imprigionato a Shenyang fino al 1959, quando Mao gli concesse la grazia.
[21] L’ultimo dei 10 segretari generali del PCC; venne destituito a causa del suo disaccordo nell’usare la forza contro le dimostrazioni studentesche di Piazza Tiananmen nel 1989.
[22] La ‘Banda dei Quattro’ era formata dalla moglie di Mao Zedong Jiang Qing (1913-1991), dal Funzionario del Dipartimento di Propaganda di Shanghai Zhang Chunqiao (1917-1991), dal critico letterario Yao Wenyuan (1931) e dalla guardia di sicurezza di Shanghai Wang Hongwen (1935-1992). Essi salirono al potere durante la Grande Rivoluzione Culturale (1966-1976) e dominarono la scena politica nei primi anni ‘70.